Sono
due i momenti fondamentali dal punto di vista contabile-finanziario
di un ente locale: il bilancio previsionale e il bilancio o
rendiconto consuntivo. Un passaggio teorico fondamentale per
chi, in sede di consiglio, ancora si chiede: " Ma competenza
chi? Dici a me? "
Perché
lo sono? Il motivo è semplice. Ognuno di noi per poter fare degli
acquisti deve prima verificare quanti soldi ha in tasca. La stessa
operazione ha luogo nelle pubbliche amministrazioni ma in un arco
temporale che fa riferimento ad un anno definito come esercizio
finanziario.
Nel
bilancio di previsione, un ente locale controlla di quante risorse
dispone per il futuro e per l’ appunto fa delle previsioni, mentre
il rendiconto consuntivo rappresenta quanto quelle previsioni di
entrata e di spesa programmate nel bilancio previsionale, sono state
attese o disattese.
Un
ente perciò predispone prima un bilancio di previsione che deve
essere approvato dal Consiglio comunale su proposta della giunta
entro il 31 dicembre di ogni anno e poi necessariamente, dovrà
approvare il rendiconto entro il 30 aprile dell’ esercizio
finanziario di riferimento.
La
gestione a cui fa riferimento il bilancio di previsione si definisce
di competenza e le entrate e le spese sono denominate rispettivamente
nei termini di accertamento e impegni. Solo una volta approvato il
rendiconto perciò si può valutare quanto una previsione economica
ha inciso effettivamente nella realtà.
Ci
sono principalmente due fattori che incidono negativamente e che
possono creare un disallineamento tra ciò che si prevede(bilancio
previsionale) e ciò che accade( rendiconto consuntivo). Sono i
debiti fuori bilancio e i residui
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